sabato 12 settembre 2009

Studio shots Part 2

Ecco altre foto di studios di famosi produttori di musica elettronica

Bookashade

Booka shade

BOOKA SHADE :

  • Sequential Circuits Pro One
  • Yamaha DX7
  • Moog Source
  • Clavia Nordlead
  • Arp Avatar
Nitin Sawhney

Nitin Sawhney

NITIN SAWHNEY :

  • Yamaha AN1x
  • Yamaha CS6x
  • Quasimidi Sirius
  • Akai MPC4000
Stuart Price (Les rhythm digitales)

Stuart Price (Les rhythm digitales)

STUART PRICE :

  • Arp 2600
  • Korg MS20
  • Korg SQ10
  • Roland TR909
  • Access Virus TI

Studio shots (di produttori di musica elettronica)


Alan Wilder (Recoil)

Alan Wilder (Recoil)

RECOIL :

  • Akai S3000xl
  • Emu E4
  • Novation Supernova
  • MidiMoog
  • 2x Oberheim SEM modules
  • EMS VCS3
Apparat

Apparat

APPARAT:

  • Korg MONO/POLY
  • Clavia Nordlead
  • Crumar Stratus
  • Clavia Nordmodular G2
  • Syntechno TeeBee
Kid 606

Kid 606

KID606 :

  • Clavia Nordmodular
  • Clavia Micromodular
  • Clavia Nordlead2
  • Clavia Nordlrack3
  • Sequential Circuits PRO ONE
  • Yamaha DX200
  • Roland MC-202
  • Roland TR-606
  • Korg MS20
  • Access Virus KB
  • Yamaha CS15
Jamiroquay

Jamiroquay

JAMIROQUAY :

  • Elka Synthex
  • Roland System100m (3 cabinets)
  • Moog Source
  • Fender Rhodes
Eno

Eno

ENO : dalla foto si può intravedere solo un Korg kaosspad2, ma è solo un angolo dello studio...

Orbital

Orbital

ORBITAL :

  • 2x Alesis Andromeda
  • Roland Jupiter 6
  • Roland SH101
  • Roland TB303
  • Macbeth M5
  • Elektron Machinedrum
Ritchie Hawtin (Plastikman)

Ritchie Hawtin (Plastikman)

PLASTIKMAN :

  • Akai S3200
  • 2 x Doepfer MAQ 16/3
  • Serge modular
  • EMS Synthi A
  • Roland TB303
  • Roland TR808 (on the oscilloscope)
  • Roland Juno106
    This shot was taken at the end of the ’90s…
Rude 66

Rude 66

RUDE66 :

  • Korg MONO/POLY
  • Roland SH101
  • Roland SH09
  • Roland TR909
  • Roland TR606
  • Roland TR808
  • Roland CR8000
  • Sequential Circuits Drumtrak
  • Syntechno TeeBee
  • Emu Esi32
  • Waldorf Pulse
  • Kawai XD5
  • Clavia Micromodular
Matmos

Matmos

MATMOS :

  • ARP 2600
  • Roland SH101
  • 2 x Emu E4

giovedì 16 luglio 2009

Iniziare un synth modulare...

Intraprendere l'avventura del synth modulare è una scelta motivata da diverse ragioni, spesso diverse da persona a persona, ma quella comune a tutti è senza dubbio la libertà, una libertà di scelta della configurazione, di poter creare suoni spessissimo impossibili su synths preconfigurati e soprattutto la possibilità in qualsiasi momento di poter cambiare suono e carattere al synth aggiungendo o sostituendo dei moduli.

Il mio primo approccio ad una sintesi "aperta" è avvenuto con il semi-modulare Korg MS10(e poco dopo con il fratello maggiore MS-20) con cui ho appreso i primi rudimenti di "intreccio dei cavi".
Successivamente il primo modulare vero e proprio che mi ha dato la possibilità di imparare molto al riguardo è stato il piccolo Clavia Micromodular, un "virtual modulare" versatilissimo.
Con il Micromodular ho iniziato ad andare oltre la configurazione standard oscillatori-filtro-inviluppo, ho iniziato ad usare oscillatori senza filtro, collegati in modulazione di frequenza oppure a suonare patch che avevano come generatore sonoro solo il filtro in autoscillazione con diverse modulazioni a muovere il suono.
Questo è quello che i synth modulari hanno in più rispetto ad un preconfigurato (un Minimoog per fare un esempio, o un Clavia Nordlead...).

Il primo modulare vero e proprio in cui mi sono imbattuto è stato l'Elektor Formant, un synth DIY che si ispira ai modulari Moog degli anni 70, e che a suo modo emula come suono.
Il mio Formant era funzionante ma esteticamente un pò malmesso, quindi lo acquistai con pochi soldi e presi lo spunto per avere un modulare analogico da provare.
La cosa che più mi colpì era il suono, decisamente bello e particolare, oltretutto unito alla versatilità della configurazione:

  • 2VCO (con FM lin e exp, 4 waveform outs)
  • audio divider
  • mixer 8 ch
  • VCF Ladder 24 dB (clone moog)
  • dual lfo
  • dual ringmodulator
  • s/h and random generator
  • ad/adsr env
  • vca
Il tutto in un mobiletto molto ingombrante che faceva non troppo bella mostra di sè sopra al mio Korg PS3100.
Il suono raw non filtrato degli oscillatori era molto potente e "vintage", molto simile al Moog Prodigy, la possibilità di avere i multiout rendeva possibile incrociare in diverse modulazioni fm i due oscillatori e avere allo stesso tempo delle wave da usare con l'audio divider.
I risultati erano molto interessanti anche senza l'utilizzo del filtro, che però nei suoni più standard lavorava molto bene conferendo un carattere molto rotondo e pastoso al suono, ottimo per bassi e leads.
Purtroppo l'instabilità metereopatica degli oscillatori era un problema che non sapevo tenere sotto controllo, per questo motivo decisi a malincuore di vendere il synth.

Dopo questa ventata di libertà mi misi alla ricerca del Roland System100, che in fondo era uno dei synth che più desideravo e il suo suono mi fa letteralmente impazzire tuttora...

mercoledì 15 luglio 2009

Acidlab Bassline - everybody needs the acid box !


Viene dalla Germania questa piccola scatola in alluminio assolutamente "handcrafted" che nasce come clone della famossissima TB-303.
Acidlab è Klaus Süßmuth , appassionato di x0x boxes e famoso per i suoi "modding" alle 303, con la Bassline crea un clone da zero della celebre TB, con alcune variazioni sul tema...

Innanzitutto va detto che il suono della TB non è difficile da emulare con quasi tutti i synth, ma il comportamento "in movimento" del synth pilotato dal suo sequencer è pressochè unico e non emulabile al 100%.
La caratteristica principale del sound della 303 è il comportamento del filtro (che tende a saturare man mano che si alza la resonance), il GLIDE programmabile (che crea uno slide simile ad un legato) , l'ACCENT che influenza sia il volume della nota "accentata" che il decay, creando una sorta di tenuto e azzerando il controllo del decay su quello step e ultima particolarità la struttura particolare del sequencer che, non essendo propriamente intuitivo, si fa programmare offrendo risultati "a sorpresa"...

La Acidlab ha, chiaramente, una struttura di sintesi identica a quella del TB, stessi controlli, con dei pomelli precisi e "smooth", il sequencer è leggermente diverso.
Innanzitutto non si può selezionare la lunghezza del pattern in step (per esempio un pattern lungo 11 step non è realizzabile) ma ha un selettore 8-12 per far si chè la scala sia in 16esimi o 12esimi.
Il metodo di inserimento delle note è alquanto particolare, al posto di una minitastiera (come sul 303 o altri cloni) la acidlab usa un potenziometro a scatti, si preme play sul seq per sentire la nota prodotta e si seleziona accent e/o glide a piacimento e poi si preme NEXT per andare allo step successivo.
Il risultato è che spesso si creano, per pura casualità, sequenze molto interessanti senza avere troppo sotto controllo la programmazione.
Altra caratteristica del sequencer è che saltando da un pattern all'altro il concatenamento non avviene alla fine del giro ma immediatamente.
Questo fa si chè i pattern possano essere mescolati anche parzialmente, di contro non c'è la possibilità di strutturare una song o comunque un pattern chain in tempo reale.

Passando al fattore "sound" , come ho già detto, i parametri presenti sono esattamente i soliti presenti sulla 303 e il sound della macchina è abbastanza vicino.
Giocando con le manopole ci si rende conto che il suono della Acidlab è relativamente più duro e potente rispetto alla 303, la resonance è acida ma allo stesso tempo ha un tocco quasi "industrial", l'oscillatore pulsa in sub con una onda quadra molto spinta.
Il risultato è un suono acid che va oltre l'emulazione e offre sfumature diverse, molto techno e industriali se spinto verso il suo lato aggressivo, al contrario suona molto rotondo e ricco di sub con la risonanza a zero.
La particolare funzionalità del sequencer rende la macchina relativamente diversa da tutti gli altri emulatori 303 dotati di sequencer e in pratica il sequencer viene "suonato" in tempo reale con il suo rotativo, rendendo possibile l'incrocio/mix dei pattern che, con un pò di pratica, risulta uno strumento creativo molto particolare.

ACIDLAB.DE

Elektron MonoMachine SFX-60 - The multisynthesis micro composer



La Elektron , una piccola casa svedese, si è affacciata sul mercato degli strumenti elettronici con un piccolo rivoluzionario synth alla fine degli anni 90, la SIDstation, il "core" del Commodore 64 trasformato in un synth "musicale" vero e proprio, nel 2000 ha lanciato il suo secondo fortuntissimo prodotto, la MachineDrum, una batteria elettronica digitale dotata di generatore sonoro multisintesi e un potentissimo sequencer, e infine creato il vero e proprio compagno della MachineDrum, la MonoMachine.
Dato che la Monomachine è uno strumento semplice da usare ma allo stesso tempo composto da diversi blocchi, dobbiamo analizzare separatamente ogni blocco che compone lo strumento :
  • Il generatore sonoro
  • Il sequencer
  • La gestione delle memorie
  • Il controllo realtime

MULTI SYNTHESIS
Il generatore sonoro è "multi synthesis", cioè mentre la struttura AMP, FILTER , LFOs , EFFECTs è fissa, il generatore sonoro è selezionabile.
Le "Machines", cioè i generatori sonori sono:
  • GND (Sine , noise e GND)
  • Superwave (virtual analog)
  • DigiPro (wavetable + drum part con samples a 12bit)
  • FM+ (FM)
  • SID (Emulazione del chip sonoro del Commodore64 , il SID appunto)
  • VO (vocal synth)
  • FX (effetti)
Ogni machine ha il proprio carattere e una paletta sonora molto ampia ma comunque definita, questo rende i motori più o meno specializzati nel generare determinate tipologie di suoni.
Analizzerò in modo specifico i vle varie machines più avanti, mentre in questa review farò principalmente una panoramica sulla macchina, poichè a dispetto della sua semplicità di utilizzo è uno strumento decisamente vasto.
Come descrizione ridotta all'osso delle varie machines posso dire che :
  • La SUPERWAVE ha 3 motori: SAW, PULSE e ENSEMBLE.
    SAW e PULSE sono monofonici e possono generare una svariata gamma di sonorità tipicamente analogiche e pseudo analog, da bassi semplici, sub a lead trance con un ampio detune tipico dei synth con Supersaw osc.
    ENSEMBLE è invece uno pseudo polifonico, cioè ci sono 4 oscillatori tunabili che possono creare accordi "mobili" grazie ai parameter locks.
    Nella pratica significa che il filtro è unico , come tutto il resto, ma su ogni step ogni oscillatore può avere un tune diverso, creando così dei suoni polifonici.
  • DIGIPRO ha 2 motori : DIGIpro e Beatbox.
    Il primo è un generatore wavetable tipo i synth ibridi dei primi anni 80 (PPG Wave, Korg DW, Sequential Circuits Prophet VS...) con la possibilità di creare wavesequences (sempre grazie ai parameter locks) o wavescan (con P.L. e gli LFO)
    BEATBOX è una drum map ripresa dalla Machine Drum, con i samples della EMU SP12 , completamente tunabili e la possibilità di poter "retriggherare" il sample.
  • FM+ è una sintesi FM semplificata di dervazione Yamaha DX ma con soli 3 algoritmi e un massimo di 3 operatori.
  • SID è il suono tipico dei videogames degli anni 80, il suono ricreato precedentemente sulla SIDstation.
  • VO è un vocal synth derivato dai vecchi software dei primi anni 80 tipo quelli presenti sul TI99, grazie ai parameter locks questo synth è in grado persino di cantare (come un computer)!
  • FX : sono svariati effetti che trasformano la monomachine anche in un processore di fonti audio esterne e non solo un generatore sono, gli effetti possono processare sia suoni interni che esterni.
  • GND è un generatore di sinusoidi, oppure rumore o impulsi.
Le varie pagine per gestire il generatore sonoro si scorrono grazie a due tasti posti a lato delle manopole.
Dopo la SYNTHESIS troviamo:
  • AMPLIFICATION : la pagina dedicata all'inviluppo AHDR , portamento, Volume, Pan e Distortion (headroom).
    L'inviluppo è una delle particolarità della Monomachine, soprattutto la scelta dell'HOLD al posto del sustain.
    Sostanzialmente il motivo stà nell'impostazione "sequencer/beatbox" della macchina che trae vantaggio dall'utilizzo dell'hold sui suoni sequence e sugli arpeggi, perchè sfrutta il trig invece della nota tenuta.
    L'hold è molto utile anche per suoni percussivi che guadagnano una curva di volume più naturale e "punchy".
    La distortion è unaltro parametro chiave in quanto non regola la distorsione nel senso stretto del termine ma in realtà regola l'headroom.
    Un suono con un headroom teoricamente negativo viene quindi distorto/saturato e quindi scurito.
  • FILTER : il filtro è molto particolare , ha una strutturasimile a un passabanda con un'ampiezza tanto vasta da poter funzionare da lowpass, bandpass, highpass con 2 punti di risonanza, uno sull'estremo alto e uno sul basso(HPQ e LPQ).
    BASE Frequency (la frequenza di base) e Width (l'ampiezza della campana) controllano la modalità del filtro e il suo comportamento, la width funziona da cutoff lowpass mentre base funziona da cutoff highpass.
    I relativi controlli di Q controllano la resonance.
    Va detto che il filtro non è normalizzato, quindi aumentando il Q il volume del picco cresce senza far scendere il volume del resto, quindi quando si supera la soglia il filtro entra in saturazione/distorsione (e quì entra in ballo la distortion di cui parlavamo prima).
    Quindi per avere una risonaza pulita va abbassato il livello di distortion , con un conseguente guadagno di headroom.
    In più abbiamo un inviluppo AD che controlla i l filtro e i due amount (BOFS e WOFS) che funzionano sia in positivo che negativo.
  • EFFECTS : gli effetti sono un EQ parametrico monobanda, un SRR (Sample Rate Reduction) , e un Mod Delay .
    L'utilizzo degli effetti è molto diretto, l'EQ è utilissimo per accentuare determinate sfumature sonore , il SRR è un effetto molto creativo, soprattutto unito al Delay.
    Chiaramente, dato che ogni parametro è automatizzabile le combinazioni degli effetti in movimento sono assolutamente particolari e infinitamente versatili.
  • LFOs : i modulatori sono un'altro punto chiave della macchina.
    Innanzitutto hanno uno swtch oper viaggiare a diverse velocità, molto lenti o "abbastanza veloci" (non a frequenza audio purtroppo).
    I punti chiave sono il TRIG e la WAVEFORM, in quanto avendo a disposizione wave atipiche per un lfo (tipo InvertedTRI , InvertedSAW, Exponential , InvertedEXP , Ramp , InvertedRAMP ) oltre a quelle classiche, e avendo la possibilità di avere dei TRIG RESET in pratica i 3 lfo possono diventare benissimo 3 inviluppi aggiuntivi.
    In più abbiamo un parametro ripreso dalla SIDSTATION, INTL, che interlaccia a zero ogni picco.
    L'uso degli lfo è quindio molto importante per creare non solo modulazioni cicliche ma anche env aggiuntivi per aumentare il punch in certi suoni , oltretutto gli LFO possono modulare qualsiasi parametro presente sulla sintesi della macchina.
Detto questo rimane un'altra parte fondamentale cioè il SEQUENCER.
Il Sequencer è composto da 6 tracce con un massimo di 64 step (16x4).
Ogni traccia ha il suo arpeggiatore (con diverse modalità , tipo la SID, con trigger selezionabili) e transpose.
La programmazione del sequencer può avere 4 modalità di trig, in pratica si può usarella ALL e lo step trigghera sia AMP che FILTER che LFO, oppure programmare trig diversi per i vari moduli , in modo da avere un controllo assoluto sull'andamento dei suoni.
A differenza di un synth standard quì possiamo su uno step triggerare solo l'amp e sul successivo il filtro e l'amp,per alternare suoni "chiusi" con altri più aperti, oppure creare dei reset programmati per gli lfo.
Il punto forte del sequencer sono assolutamente i PARAMETER LOCKS , in pratica le automazioni di tutti i parametri step per step.
E' possibile creare dei locks in modalità step per far avvenire un mutamento preciso sul suono , oppure usando il seq in realtime e girando le manopole si possono creare dei movimenti più naturali.
Il seq registrerà qualsiasi movimento , con o senza trig accesi, quindi il seq può essere usato pure come motion sequencer se il synth viene pilotato da un seq midi esterno.
Il seq ha in più 6 MIDI track che funzionano nel solito modo delle altre ma sono dedicate al controllo di synth esterni, ottima aggiunta per live set oppure come alternativa a certi sw.
Insomma l'insieme di multisynth, sequencer, processore effetti in una scatola relativamente piccola e ben fatta, facile da usare e stimolante da un punto di vista creativo ne fanno una macchina innovativa e versatile che può funzionare standalone oppure uno strumento particolare da affiancare a synth "canonici", a suo agio nelle situazioni più disparate .

Welcome synth lovers...


Click..
Power on!
Hello synth lovers , drummachine addicted and music machines courious too!
This blog is for you!
I've switched my machines on, so let's start making some good vibrations...