venerdì 24 luglio 2009
giovedì 16 luglio 2009
Iniziare un synth modulare...
Il mio primo approccio ad una sintesi "aperta" è avvenuto con il semi-modulare Korg MS10(e poco dopo con il fratello maggiore MS-20) con cui ho appreso i primi rudimenti di "intreccio dei cavi".
Successivamente il primo modulare vero e proprio che mi ha dato la possibilità di imparare molto al riguardo è stato il piccolo Clavia Micromodular, un "virtual modulare" versatilissimo.
Con il Micromodular ho iniziato ad andare oltre la configurazione standard oscillatori-filtro-inviluppo, ho iniziato ad usare oscillatori senza filtro, collegati in modulazione di frequenza oppure a suonare patch che avevano come generatore sonoro solo il filtro in autoscillazione con diverse modulazioni a muovere il suono.
Questo è quello che i synth modulari hanno in più rispetto ad un preconfigurato (un Minimoog per fare un esempio, o un Clavia Nordlead...).
Il primo modulare vero e proprio in cui mi sono imbattuto è stato l'Elektor Formant, un synth DIY che si ispira ai modulari Moog degli anni 70, e che a suo modo emula come suono.
Il mio Formant era funzionante ma esteticamente un pò malmesso, quindi lo acquistai con pochi soldi e presi lo spunto per avere un modulare analogico da provare.
La cosa che più mi colpì era il suono, decisamente bello e particolare, oltretutto unito alla versatilità della configurazione:
- 2VCO (con FM lin e exp, 4 waveform outs)
- audio divider
- mixer 8 ch
- VCF Ladder 24 dB (clone moog)
- dual lfo
- dual ringmodulator
- s/h and random generator
- ad/adsr env
- vca
Il suono raw non filtrato degli oscillatori era molto potente e "vintage", molto simile al Moog Prodigy, la possibilità di avere i multiout rendeva possibile incrociare in diverse modulazioni fm i due oscillatori e avere allo stesso tempo delle wave da usare con l'audio divider.
I risultati erano molto interessanti anche senza l'utilizzo del filtro, che però nei suoni più standard lavorava molto bene conferendo un carattere molto rotondo e pastoso al suono, ottimo per bassi e leads.
Purtroppo l'instabilità metereopatica degli oscillatori era un problema che non sapevo tenere sotto controllo, per questo motivo decisi a malincuore di vendere il synth.
Dopo questa ventata di libertà mi misi alla ricerca del Roland System100, che in fondo era uno dei synth che più desideravo e il suo suono mi fa letteralmente impazzire tuttora...
mercoledì 15 luglio 2009
Acidlab Bassline - everybody needs the acid box !

Viene dalla Germania questa piccola scatola in alluminio assolutamente "handcrafted" che nasce come clone della famossissima TB-303.
Acidlab è Klaus Süßmuth , appassionato di x0x boxes e famoso per i suoi "modding" alle 303, con la Bassline crea un clone da zero della celebre TB, con alcune variazioni sul tema...
Innanzitutto va detto che il suono della TB non è difficile da emulare con quasi tutti i synth, ma il comportamento "in movimento" del synth pilotato dal suo sequencer è pressochè unico e non emulabile al 100%.
La caratteristica principale del sound della 303 è il comportamento del filtro (che tende a saturare man mano che si alza la resonance), il GLIDE programmabile (che crea uno slide simile ad un legato) , l'ACCENT che influenza sia il volume della nota "accentata" che il decay, creando una sorta di tenuto e azzerando il controllo del decay su quello step e ultima particolarità la struttura particolare del sequencer che, non essendo propriamente intuitivo, si fa programmare offrendo risultati "a sorpresa"...
La Acidlab ha, chiaramente, una struttura di sintesi identica a quella del TB, stessi controlli, con dei pomelli precisi e "smooth", il sequencer è leggermente diverso.
Innanzitutto non si può selezionare la lunghezza del pattern in step (per esempio un pattern lungo 11 step non è realizzabile) ma ha un selettore 8-12 per far si chè la scala sia in 16esimi o 12esimi.
Il metodo di inserimento delle note è alquanto particolare, al posto di una minitastiera (come sul 303 o altri cloni) la acidlab usa un potenziometro a scatti, si preme play sul seq per sentire la nota prodotta e si seleziona accent e/o glide a piacimento e poi si preme NEXT per andare allo step successivo.
Il risultato è che spesso si creano, per pura casualità, sequenze molto interessanti senza avere troppo sotto controllo la programmazione.
Altra caratteristica del sequencer è che saltando da un pattern all'altro il concatenamento non avviene alla fine del giro ma immediatamente.
Questo fa si chè i pattern possano essere mescolati anche parzialmente, di contro non c'è la possibilità di strutturare una song o comunque un pattern chain in tempo reale.
Passando al fattore "sound" , come ho già detto, i parametri presenti sono esattamente i soliti presenti sulla 303 e il sound della macchina è abbastanza vicino.
Giocando con le manopole ci si rende conto che il suono della Acidlab è relativamente più duro e potente rispetto alla 303, la resonance è acida ma allo stesso tempo ha un tocco quasi "industrial", l'oscillatore pulsa in sub con una onda quadra molto spinta.
Il risultato è un suono acid che va oltre l'emulazione e offre sfumature diverse, molto techno e industriali se spinto verso il suo lato aggressivo, al contrario suona molto rotondo e ricco di sub con la risonanza a zero.
La particolare funzionalità del sequencer rende la macchina relativamente diversa da tutti gli altri emulatori 303 dotati di sequencer e in pratica il sequencer viene "suonato" in tempo reale con il suo rotativo, rendendo possibile l'incrocio/mix dei pattern che, con un pò di pratica, risulta uno strumento creativo molto particolare.
ACIDLAB.DE
Elektron MonoMachine SFX-60 - The multisynthesis micro composer
La Elektron , una piccola casa svedese, si è affacciata sul mercato degli strumenti elettronici con un piccolo rivoluzionario synth alla fine degli anni 90, la SIDstation, il "core" del Commodore 64 trasformato in un synth "musicale" vero e proprio, nel 2000 ha lanciato il suo secondo fortuntissimo prodotto, la MachineDrum, una batteria elettronica digitale dotata di generatore sonoro multisintesi e un potentissimo sequencer, e infine creato il vero e proprio compagno della MachineDrum, la MonoMachine.
Dato che la Monomachine è uno strumento semplice da usare ma allo stesso tempo composto da diversi blocchi, dobbiamo analizzare separatamente ogni blocco che compone lo strumento :
- Il generatore sonoro
- Il sequencer
- La gestione delle memorie
- Il controllo realtime
MULTI SYNTHESIS
Il generatore sonoro è "multi synthesis", cioè mentre la struttura AMP, FILTER , LFOs , EFFECTs è fissa, il generatore sonoro è selezionabile.
Le "Machines", cioè i generatori sonori sono:
- GND (Sine , noise e GND)
- Superwave (virtual analog)
- DigiPro (wavetable + drum part con samples a 12bit)
- FM+ (FM)
- SID (Emulazione del chip sonoro del Commodore64 , il SID appunto)
- VO (vocal synth)
- FX (effetti)
Analizzerò in modo specifico i vle varie machines più avanti, mentre in questa review farò principalmente una panoramica sulla macchina, poichè a dispetto della sua semplicità di utilizzo è uno strumento decisamente vasto.
Come descrizione ridotta all'osso delle varie machines posso dire che :
- La SUPERWAVE ha 3 motori: SAW, PULSE e ENSEMBLE.
SAW e PULSE sono monofonici e possono generare una svariata gamma di sonorità tipicamente analogiche e pseudo analog, da bassi semplici, sub a lead trance con un ampio detune tipico dei synth con Supersaw osc.
ENSEMBLE è invece uno pseudo polifonico, cioè ci sono 4 oscillatori tunabili che possono creare accordi "mobili" grazie ai parameter locks.
Nella pratica significa che il filtro è unico , come tutto il resto, ma su ogni step ogni oscillatore può avere un tune diverso, creando così dei suoni polifonici. - DIGIPRO ha 2 motori : DIGIpro e Beatbox.
Il primo è un generatore wavetable tipo i synth ibridi dei primi anni 80 (PPG Wave, Korg DW, Sequential Circuits Prophet VS...) con la possibilità di creare wavesequences (sempre grazie ai parameter locks) o wavescan (con P.L. e gli LFO)
BEATBOX è una drum map ripresa dalla Machine Drum, con i samples della EMU SP12 , completamente tunabili e la possibilità di poter "retriggherare" il sample. - FM+ è una sintesi FM semplificata di dervazione Yamaha DX ma con soli 3 algoritmi e un massimo di 3 operatori.
- SID è il suono tipico dei videogames degli anni 80, il suono ricreato precedentemente sulla SIDstation.
- VO è un vocal synth derivato dai vecchi software dei primi anni 80 tipo quelli presenti sul TI99, grazie ai parameter locks questo synth è in grado persino di cantare (come un computer)!
- FX : sono svariati effetti che trasformano la monomachine anche in un processore di fonti audio esterne e non solo un generatore sono, gli effetti possono processare sia suoni interni che esterni.
- GND è un generatore di sinusoidi, oppure rumore o impulsi.
Dopo la SYNTHESIS troviamo:
- AMPLIFICATION : la pagina dedicata all'inviluppo AHDR , portamento, Volume, Pan e Distortion (headroom).
L'inviluppo è una delle particolarità della Monomachine, soprattutto la scelta dell'HOLD al posto del sustain.
Sostanzialmente il motivo stà nell'impostazione "sequencer/beatbox" della macchina che trae vantaggio dall'utilizzo dell'hold sui suoni sequence e sugli arpeggi, perchè sfrutta il trig invece della nota tenuta.
L'hold è molto utile anche per suoni percussivi che guadagnano una curva di volume più naturale e "punchy".
La distortion è unaltro parametro chiave in quanto non regola la distorsione nel senso stretto del termine ma in realtà regola l'headroom.
Un suono con un headroom teoricamente negativo viene quindi distorto/saturato e quindi scurito. - FILTER : il filtro è molto particolare , ha una strutturasimile a un passabanda con un'ampiezza tanto vasta da poter funzionare da lowpass, bandpass, highpass con 2 punti di risonanza, uno sull'estremo alto e uno sul basso(HPQ e LPQ).
BASE Frequency (la frequenza di base) e Width (l'ampiezza della campana) controllano la modalità del filtro e il suo comportamento, la width funziona da cutoff lowpass mentre base funziona da cutoff highpass.
I relativi controlli di Q controllano la resonance.
Va detto che il filtro non è normalizzato, quindi aumentando il Q il volume del picco cresce senza far scendere il volume del resto, quindi quando si supera la soglia il filtro entra in saturazione/distorsione (e quì entra in ballo la distortion di cui parlavamo prima).
Quindi per avere una risonaza pulita va abbassato il livello di distortion , con un conseguente guadagno di headroom.
In più abbiamo un inviluppo AD che controlla i l filtro e i due amount (BOFS e WOFS) che funzionano sia in positivo che negativo. - EFFECTS : gli effetti sono un EQ parametrico monobanda, un SRR (Sample Rate Reduction) , e un Mod Delay .
L'utilizzo degli effetti è molto diretto, l'EQ è utilissimo per accentuare determinate sfumature sonore , il SRR è un effetto molto creativo, soprattutto unito al Delay.
Chiaramente, dato che ogni parametro è automatizzabile le combinazioni degli effetti in movimento sono assolutamente particolari e infinitamente versatili. - LFOs : i modulatori sono un'altro punto chiave della macchina.
Innanzitutto hanno uno swtch oper viaggiare a diverse velocità, molto lenti o "abbastanza veloci" (non a frequenza audio purtroppo).
I punti chiave sono il TRIG e la WAVEFORM, in quanto avendo a disposizione wave atipiche per un lfo (tipo InvertedTRI , InvertedSAW, Exponential , InvertedEXP , Ramp , InvertedRAMP ) oltre a quelle classiche, e avendo la possibilità di avere dei TRIG RESET in pratica i 3 lfo possono diventare benissimo 3 inviluppi aggiuntivi.
In più abbiamo un parametro ripreso dalla SIDSTATION, INTL, che interlaccia a zero ogni picco.
L'uso degli lfo è quindio molto importante per creare non solo modulazioni cicliche ma anche env aggiuntivi per aumentare il punch in certi suoni , oltretutto gli LFO possono modulare qualsiasi parametro presente sulla sintesi della macchina.
Il Sequencer è composto da 6 tracce con un massimo di 64 step (16x4).
Ogni traccia ha il suo arpeggiatore (con diverse modalità , tipo la SID, con trigger selezionabili) e transpose.
La programmazione del sequencer può avere 4 modalità di trig, in pratica si può usarella ALL e lo step trigghera sia AMP che FILTER che LFO, oppure programmare trig diversi per i vari moduli , in modo da avere un controllo assoluto sull'andamento dei suoni.
A differenza di un synth standard quì possiamo su uno step triggerare solo l'amp e sul successivo il filtro e l'amp,per alternare suoni "chiusi" con altri più aperti, oppure creare dei reset programmati per gli lfo.
Il punto forte del sequencer sono assolutamente i PARAMETER LOCKS , in pratica le automazioni di tutti i parametri step per step.
E' possibile creare dei locks in modalità step per far avvenire un mutamento preciso sul suono , oppure usando il seq in realtime e girando le manopole si possono creare dei movimenti più naturali.
Il seq registrerà qualsiasi movimento , con o senza trig accesi, quindi il seq può essere usato pure come motion sequencer se il synth viene pilotato da un seq midi esterno.
Il seq ha in più 6 MIDI track che funzionano nel solito modo delle altre ma sono dedicate al controllo di synth esterni, ottima aggiunta per live set oppure come alternativa a certi sw.
Insomma l'insieme di multisynth, sequencer, processore effetti in una scatola relativamente piccola e ben fatta, facile da usare e stimolante da un punto di vista creativo ne fanno una macchina innovativa e versatile che può funzionare standalone oppure uno strumento particolare da affiancare a synth "canonici", a suo agio nelle situazioni più disparate .